Il primo trend topic delle conversazioni interne di Sono Cose Serie e dei (poveri loro) “coinvolti” in DoppiAttori, prima ancora che noi ventilassimo di decidere i come e i quando della decima stagione radiofonica, è stato “backup”.
Come vi abbiamo spiegato i problemi con gli hard disk sono stati la pietra angolare della momentanea resa del progetto che ha accumulato i suoi 6 anni di slittamento. Potete capire il livello del nostro trauma. Ora possiamo assicurarvi che abbiamo copie sufficienti a contrastare un discreto numero di calamità naturali e non. In caso di meteorite, ad esempio, le probabilità di salvare almeno una copia restano buone. Lievi ma non nulle in caso di gigantesco IEM che resetti la tecnologia tutta e riporti la civiltà ad uno stato primordiale pullulante di crestati motociclisti metal punk. In quel caso sarà più difficile trovare un pc a cui connetterlo ma oh, mica possiamo proprio pensare a tutto noi!
Sedata questa ansia primaria (ogni Sono Cose Serie per questo progetto ha sviluppato una serie di differenti ansie ormai gerarchicamente organizzate e di stazza variabile, dal nano da giardino al colosso di Rodi), la ovvia fase successiva è stata: riguardiamoci tutto.
Calcolate la lunghezza del momento di silenzio gelido avendo a disposizione il numero esatto, con arrotondamento decimale, delle strarnazzanti emissioni di un invisibile corvo nero che grava sulle teste dei coinvolti, e la distanza percorsa, e a quale velocità, da una balla di fieno, espresse in parsec e minuti lynchani.
Perché, avete presente quando siete lì lì che state cercando di afferrare il sonno quella sera in cui il bastardello sembra dopato? E finalmente l’avete acchiappato per la maglia, e pregustate la liberazione dalla giornata mentre lo trascinate a voi per farlo vostro e BANG! vi arriva un’idea, di quelle che cambieranno la vostra vita e quella dell’intera popolazione mondiale. Allora la appuntate e finalmente riuscite ad aver la meglio di quel tarantolato del sonno.
E poi vi svegliate.
E poi rileggete l’appunto scritto al buio che manco aveste seguito un corso di scrittura amanuense da un medico di base.
E poi lo decifrate.
“Ah, era ‘sta cagata l’idea geniale?”.
Ecco. E come media cosa saranno passate, 8 ore tra il lampo di genio e la doccia fredda della realtà? Bene, noi abbiamo avuto sei anni. Che adesso non ci va di fare i conti di quante ore di sonno siano, ma sono tante.
E se quello che abbiamo messo insieme fosse diversamente buono rispetto a come lo ricordavamo? Ognuno di noi, al buio della propria cameretta, di nascosto dai propri cari manco stesse guardando un porno, le ginocchia al petto e tanta voglia di dondolarsi avanti e indietro in maniera ossessiva e poco rassicurante, ha battuto quel doppio click su quei file perduti e ritrovati.
6 volte per 6 file, per essere precisi.
La voglia di dondolarsi che lentamente scemava. Le braccia che smettevano di stringere le ginocchia, fino a lasciarle del tutto libere. Una piccola lacrimuccia che spingeva in un angolino dell’occhio destro.
E un altro membro delle tre squadre di ansia che abbandona la partita.
Imperfetto, con tutti i limiti che volete e ancora parecchio lavoro da fare, certo. Ma il materiale è buono. È davvero ancora buono. Quei contenuti che ci hanno regalato i doppiatori e le doppiatrici che abbiamo avuto il piacere di intervistare continuano ad essere oro e, diciamocelo, ad emozionarci ancora.
Abbiamo ancora diversi membri delle squadre ansia con cui scontrarci e da superare: diciamo che per ora abbiamo sconfitto miniboss e boss del primo livello.
Ma possiamo anche dirvi che non vediamo l’ora di potervi far arrivare, vedere e ascoltare finalmente DoppiAttori. E che abbiamo imparato ancora una volta la lezione delle lezioni, quella che tutti apprendiamo e dimentichiamo più volte nella vita.
Salva e backuppa di continuo, stolto! (e non dimenticate il corollario: calcola sempre un numero di copie proporzionale all’importanza del/dei file)